Ferite o…feritoie?


Spesso le ferite che ci portiamo addosso sono state causate dagli “ostacoli che abbiamo trovato nella strada” che conduce alla piena realizzazione del nostro essere. Ma sta a noi trasformare le ferite in “feritoie” (il termine è del vescovo don Tonino Bello), lasciando che la luce ci illumini per poter discernere la direzione da prendere per ritornare sul percorso che avevamo intrapreso. Le ferite, gli ostacoli, allora diventeranno luoghi di incontro, occasioni di verifica del nostro essere. Questo perché il nostro essere originali non rischi di divenire qualcosa di chiuso e poco disponibile alla condivisione. Perché è fondamentale ricordare sempre che solo nella condivisione, anche con chi la pensa in modo diverso da noi, abbiamo conferma del nostro cammino nel divenire pienamente persone. Tutto ciò, quindi, richiede a ciascuno di noi, una libera e convinta scelta di accogliere gli ostacoli e le difficoltà come occasione per una verifica del nostro essere unici. È possibile farlo senza rinunciare all’originalità della realizzazione del sogno che ci portiamo dentro riguardo al nostro essere persona, cercando di comprendere se è riconducibile alla nostra identità più vera o, invece, soltanto ad una idea di noi che ci piace.

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