E se Maìn scrivesse ai giovani di oggi?


Mie care figlie e miei cari figli,

È così bello vedervi, anche quest’anno, tutti attorno a Gesù, pronti ad ascoltare quanto dirà a ciascuno di noi. Già perché tutti udiamo le stesse parole, ma ciascuno sarà toccato da un messaggio particolare. È proprio così: Gesù ci ama in modo unico e per ciascuno ha un progetto da realizzare.

Per esempio, a me piace molto cucire ma, non è che ho imparato a cucire da piccola neh! No, no! Proprio no. Prima di imparare a cucire, amavo aiutare mio padre a coltivare la terra, prendermi cura delle viti della nostra campagna, lavorare con gli operai. Insomma…un vero maschiaccio! Non riuscivano mica a starmi dietro eh! Ero io che, pur essendo una ragazza, li seminavo tutti, arrivando sempre per prima alla fine dei filari delle viti a cui stavamo lavorando. Ero forte e avevo un’ottima resistenza. E ne ero cosciente! Mi piaceva vincere sempre! Ero convinta che con tutto quel lavoro avrei fatto contento Gesù. Poi però ho dovuto arrendermi, ho dovuto segnare il passo e fermarmi del tutto. Eh già! Non avevo mica calcolato che a ventitré anni mi sarei ammalata di tifo! Chi ci pensava! Eppure è accaduto. Ho dovuto andare ad assistere alcuni parenti ammalati e ne sono stata contagiata! Capita! Sì capita a chi decide di fare della sua vita un dono d’amore. C’ho messo un sacco di tempo per riprendermi, ma non ero più la Main, così mi chiamavano in famiglia, forte e resistente di prima. Mi ero un po’ ammuffita, come si dice dalle mie parti. Non avevo più la forza di sollevare nemmeno un secchio d’acqua.

Mi ci vedete voi seduta su una sedia a fare la malata ammuffita? Ma nemmeno per sogno. È stato in questo momento che ho capito che, più che fidarmi delle mie forze, delle mie capacità, dovevo fidarmi di Gesù, del suo amore. Ho capito che era lui “tutta la mia forza”. Che dovevo cedergli il comando della mia vita, fidarmi ciecamente di lui perché la mia esistenza riprendesse il volo tipico di chi ama.

Come essere ancora utile? Come riacchiappare la trama della mia esistenza per continuare a tesserne il prezioso capolavoro che il Signore già vedeva su di me? Ho pregato tanto e ho chiesto al Signore di illuminare il mio cuore perché potessi capire! E lui mi ha risposto! Mi ha fatto capire. Ha aperto una nuova strada davanti a me perché potessi continuare a volare alto.

La sarta! Ecco cosa avrei potuto fare! Certo non era come lavorare la vigna!

Avrei potuto ricucire, però, non solo lo strappo che aveva provocato il tifo nella mia vita, ma avrei potuto insegnare a tante ragazze a prendere in mano la loro vita per farne un capolavoro. Certo, prima avrei dovuto insegnare loro a prendere in mano un ago, a saperlo usare per cucire dei vestiti e intanto…. Oh! Sì è stato proprio un bel suggerimento da parte del mio Gesù: servirmi del lavoro di sarta per far comprendere quanto sia importante cucire saldamente le loro vite all’Amore di Dio.

Il mio proposito da quel momento in poi è stato che “ogni punto d’ago sia un atto d’amor di Dio”. Ogni piccolo gesto, ogni scelta anche semplice, l’avrei fatta solo per amore di Gesù.

È questo il mio segreto. È solo l’amore che da significato ad ogni istante della nostra vita.

E poi ho coinvolto la mia migliore amica! Sì, Petronilla! Perché quando scopriamo nella nostra vita, un sogno grande che vogliamo realizzare, non possiamo tenercelo nascosto. Abbiamo bisogno di condividere con qualcuno la gioia di una vita che ha trovato la sua meta. E chi meglio della mia fidata amica Petronilla? Ed è così che il mio sogno è diventato il nostro sogno. Il sogno, poi, di tante altre giovani donne che hanno voluto anche loro scommettere la vita per Dio. Fino ad oggi. L’amore è contagioso, ragazzi! Sempre! Fidatevi anche voi dell’Amore! Fidatevi anche voi di Gesù! Vi state chiedendo in che modo il filo della vostra esistenza può essere parte della nostra preziosa stoffa cucita da Gesù?

Aff.ma Madre Mazzarello

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