Natale in scatola


Ogni anno, finito il periodo natalizio, ci ritroviamo a sistemare tutto nuovamente negli scatoloni. Si spengono le tante luci di natale, si ripone l’albero per risistemarlo nel deposito dove rimarrà per un altro anno intero, si disfa il presepe rimettendo i personaggi, la grotta, l’erba sintetica e il Bambino Gesù nello scatolone che, probabilmente, sarà riposto nella parte più alta dello scaffale. E no. Riponiamo pure tutto il resto, alberi, lucine ad intermittenza, palline, erba finta, grotta di carta roccia ma non Gesù. Quello no. Quello non fa parte della parata natalizia. Gesù non va riposto come qualsiasi altro addobbo, semplicemente perché non lo è. Non è un orpello, un ornamento, anche se il più importante e il protagonista tutta la bellissima scenografia che con cura, come ogni anno, ci siamo adoperati a comporre. Da soli o insieme perché, si sa, “insieme è più bello” come si ripete in un noto canto.

La sua venuta nella storia per darle significato e compimento, non è una recita natalizia che ogni anno ci prepariamo a guardare da spettatori, forse, un po’ annoiati.

Gesù, allora, non è qualcosa di tirare fuori una volta all’anno. Egli, al contrario è quanto di più vero possa esserci, che ci crediamo o no. Gesù viene nella storia, nella nostra vita, nella vita di ciascuno di noi, non per essere sistemato in una scenografia, ma per rinnovarci ricordandoci che l’unica cosa che conta è l’Amore. Già, perché tutto il nostro da fare nei giorni che precedono il Natale, dovrebbe avere questo come significato e come motore di ogni addobbo. La bellezza che ci affanniamo a far apparire da tutto il nostro impegno nell’allestire alberi, presepi e addobbi, dovrebbe rispecchiare la bellezza di un annuncio che si rinnova ogni giorno: Dio ci ama a tal punto da mettere nelle nostre mani il Suo Figlio Primogenito. E possiamo farne ciò che più vogliamo. Difatti, c’è chi lo rifiuta, chi proprio non sa che farsene rimanendogli indifferente. Ma ci sono anche tante persone che scelgono, ogni giorno, di farne il punto di riferimento e il compagno di viaggio in ogni momento. C’è chi, nonostante fatiche e fragilità, si lascia guidare dalla sua Parola che illumina il percorso che è chiamato a seguire per dare compimento alla propria vita. Ma attenzione! Non è un impegno o uno sforzo sovrumano della nostra volontà. Se pensiamo sia questo, allora rimaniamo sempre noi i protagonisti della storia.

Al contrario, è un lasciarsi interpellare, guidare, accompagnare lungo una strada che è lui a disegnare. Perché noi stiamo più a cuore a lui che a noi stessi. Se riusciamo a convincerci di questa grande verità, la nostra vita diverrà, man mano, più semplice, più leggibile e più credibile. Allora avranno significato le statuine dei pastori, che ci ricordano la fede in un annuncio inaudito; quelle dei Magi che, perché ci rammentano che solo se si è già in cammino, possiamo notare la luce che ci guida. Le statuine di Maria e Giuseppe che, senza comprendere nulla, si fidano di un angelo e, col loro “sì” ci invitano a fare altrettanto.

Riponiamo pure tutto nelle scatole, dunque, ma non dimentichiamo di riporre Gesù nel nostro cuore. Potremo, così, riprendere il cammino con il sorriso sul volto. Certi del suo amore.

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